Negli ultimi sette anni la nostra lunga marcia per la
pace è stata ricca e attiva. La nostra lotta per la pace,
nel passato e nel futuro, non è più una lotta di fronte
alla guerra, ma piuttosto la reale attuazione dei valori
di giustizia ed equità fra i cittadini e le regioni di
questo paese.
Presidente Omar el Beshir, discorso in occasione della
firma del trattato di pace,
21 aprile 1997
Al furto, alla strage e alla violenza sessuale essi danno
il nome di "governo" - creano una desolazione e poi la
chiamano pace.
Tacito: Agricola
Sono passati due anni da che l'opposizione sudanese ha
adottato la Dichiarazione di Asmara, promettendo uno
sforzo unitario per rimuovere il governo del Fronte
Islamico Nazionale di Khartoum. Nel frattempo hanno
portato la guerra civile nelle regioni orientali del
Sudan, e le potenze dell'area - in particolare Eritrea,
Etiopia e Uganda - si sono coinvolte in maniera più
attiva nelle vicende sudanesi. Sono passati due anni
anche da quando African Rights, dopo le investigazioni
iniziali relative agli abusi dei diritti umani nei Monti
Nuba ha pubblicato "Di fronte al genocidio: i Nuba del
Sudan", che documentava in dettaglio le vicende della
guerra e gli abusi dei diritti umani nel Kordofan del
Sud. Tre mesi sono passati dal pronunciamento orgoglioso
da parte del governo sudanese degli "accordi di pace" che
riguardano il Sud del paese e i Monti Nuba.
I Nuba sono ancora di fronte al genocidio. La minaccia
del massacro forse si è ridotta; la resistenza dei Nuba
si è mostrata dura ed elastica, nel continuare a lottare
praticamente senza aiuti esterni in una condizione di
totale disparità di forze. Ma il futuro della gente dei
Nuba è ancora in bilico. Questo rapporto documenta la
guerra che il governo del Sudan sta ancora conducendo,
nei confronti delle popolazioni civili.
I Nuba stanno affrontando la loro lotta da
prevalentemente da soli. Nonostante il sostanziale aiuto,
politico e militare, che l'opposizione sudanese sta ora
ottenendo da amici stranieri, la resistenza sui Nuba
rimane cronicamente sotto-alimentata. Le reclute
dell'SPLA nei Nuba si allenano con pezzi di legno al
posto delle pistole, e i soldati delle prime linee
raramente hanno attrezzature militari complete. Altro
elemento da tenere in seria considerazione, i Nuba
rimangono in una posizione bassa nell'agenda
dell'opposizione. L'SPLA ha firmato una serie di accordi
che contengono misure per il Sud del paese che non
vengono estese automaticamente ai Monti Nuba, mentre i
membri importanti nell'Alleanza Democratica Nazionale
(NDA) non sembra vogliano cedere completa rappresentanza
politica alla resistenza dei Nuba. Gli amici stranieri
dell'NDA esprimono preoccupazione per i Nuba, ma
l'imperativo di preservare l'unità dell'Alleanza rimane
più importante che dare sostegno alla causa dei Nuba.
Questi, peraltro, non sono una priorità nemmeno
sull'agenda umanitaria. I Monti Nuba sono lontani da ogni
confine internazionale: quindi la concentrazione di
sfollati in questa regione non crea nessuna crisi
internazionali per i rifugiati. Le Nazioni Unite non
hanno ancora ottenuto l'accesso umanitario alle zone de
Nuba controllate dall'SPLA. Nonostante le molte richieste
e la forte raccomandazione dell'OLS Review, il blocco da
parte del Governo sudanese degli aiuti ufficiali
continua, e questo porta gli osservatori a chiedersi
quanto sia serio l'impegno delle nazioni Unite nella
vicenda. Oggi solo il Nuba Relief, Rehabilitation and
Development Society (NRRDS) conduce un programma
umanitario nella zona.
Il governo contina a parlare di pace: egli gestisce
"campi di pace" e "villaggi di pace" ela "Amministrazione
di pace". Nel 1996 ha firmata una "Carta della Pace" con
alcune fazioni fuoriuscite dell'SPLA, seguita da un
"accordo di pace comprensivo". Questo accordo afferma
che si ha un prevalere di situazioni pacifiche nei Nuba.
Questo è uno stravolgimento totale della verità. La
guerra continua. Le gravi violazioni dei diritti umani
rimangono un elemento abitudinario: non sono un effetto
collaterale della guerra, bensì sono intrinseche ad essa.
La guerra del governo è condotta essenzialmente contro la
popolazione civile e mira a soggiogare il popolo dei Nuba
distruggendo i loro villaggi e producendo devastazione.
African Rights ha un programma di monitoraggio dei
diritti umani sui Monti Nuba. Undici volontari che
svolgono le attività di monitoraggio sono responsabili
per ricevere, controllare e trasmettere le informazioni
sulle violazioni dei diritti umani, con la supervisione,
talvolta in loco, da parte della sede di Londra. Questo
rapporto è il risultato del lavoro di monitoraggio svolto
tra il 1996 e il 1997.
Il materiale raccolto dagli informatori, e le
informazioni raccolte attraverso interviste, sarebbero
sufficienti per scrivere un lungo libro, del tipo della
pubblicazione del 1995 "Di fronte al genocidio: i Nuba
del Sudan". Quello che viene presentato qui è una
edizione sintetica, in cui vengono usati materiali che
sono rappresentativi della situazione d'insieme. Molti
tipi di abuso, in prevalenza il lavoro forzato nelle
guarnigioni e nei campi di pace, sotto gli auspici del
programma governativo chiamato "Comprehensive Call", sono
stati omessi.Alcuni materiali sono stati presentati nel
libro "Cibo e Potere in Sudan" (1997); altri materiali
verranno presentati in dettaglio in future pubblicazioni.
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