DOCUMENTI
1994
documento informativo inviato a tutti i parlamentari italiani, che riceve
70 firme di adesione da rappresentanti di ogni partito
1995
"Appello per la pace nei Balcani", inviato alla stampa, ai apigruppo
dei partiti politici rappresentati in Parlamento e ai membri delleCommissioni
Esteri di Camera e Senato, con il quale si chiede una Conferenza Internazionale
sui Balcani
1996
dossier informativo e appello alle Commissioni Esteri di Camera e Senato
ad invitare in Italia I.Rugova e i rappresentanti dei partiti politici del
Kossovo, a offrire la mediazione italiana, a chiedere alla Serbia il rispetto
dei diritti umani, ad aprire un Circolo di cultura italiana a Pristina in
base alla legge 180/92, inviato alle competenti autorità e alla stampa
1997
documento-appello "Lotta non violenta a Belgrado e a Pristina"
in cui si chiede che la comunità internazionale sostenga il dissenso
democratico in Serbia e la resistenza non violenta in Kossovo, inviato alla
stampa, a tutti i membri delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, ai
capigruppo dei partiti politici
1998
documento inviato alle autorità competenti in occasione dello incontro
a Roma del Gruppo di Contatto e trasmesso anche alla stampa, in cui si ribadiscono
proposte concrete per la risoluzione pacifica ed equa del conflitto
1999
· documento "Kossovo : re- sponsabilità della comunità
internazionale nella degene- razione del conflitto e urgenze per una soluzione
pacifica" (26 febbraio) , inviato alla stampa e ai responsabili dell'incontro
di Rambouillet
· documento "Analisi e proposte sull'attuale situazione di guerra
nella Federazione Jugoslava e nel Kossovo", inviato alla stampa, ai
membri delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, ai capigruppo dei partiti
rappresentati in Parlamento
contatti : la Campagna, attraverso il prof.Alberto L'Abate, mantiene
contatti con molti Gruppi e ONG attivi per la soluzione del conflitto in
Kossovo, tra cui Balkan Peace Team (Germania), Peace Workers
(USA), Transnational Foundation for Peace (Svezia), Conflict
Prevention Network (Germania), Amis du Kosovo (Belgio),
Verona Forum (Italia), Bertelsman Foundation (Germania), Comunità
S.Egidio (Italia), Donne in nero di Belgrado, Council
for Defence of Human Rights and Freedoms di
Pristina.
KOSSOVO
responsabilità della Comunità Internazionale
nella degenerazione del conflitto e urgenze per una soluzione pacifica
documento della Campagna Kossovo
in occasione degli incontri di Rambouillet
· La Comunità Internazionale ha gravi responsabilità
per non essersi occupata adeguatamente di prevenire quanto sta avvenendo
nel Kossovo dall'inizio del conflitto armato che sta provocando migliaia
di morti, la distruzione di interi villaggi, la fuga di centinaia di migliaia
di profughi, la morte per assideramento di bambini ed anziani.
· La Comunità Internazionale infatti, per interessarsi realmente
dei problemi di questa zona ha aspettato che la volontà della popolazione
albanese del Kossovo di lottare con la non violenza per i suoi diritti cominciasse
a esaurirsi ed iniziasse la risposta armata ; che il flusso dei profughi
della guerra verso i paesi europei mettesse in crisi la loro politica di
reinviare nella zona di provenienza i già molti profughi che da questa
area erano scappati nei tempi precedenti ; che la decisione di Schengen
chiudesse sostanzialmente l'Europa alle popolazioni straniere.
· Sono caduti in un vuoto irresponsabile i ripetuti appelli fatti dal
1992 ad oggi dalle Organizzazioni Non Governative che si sono occupate dei
problemi di questa zona perché si prevenisse l'esplosione del conflitto
armato, perché si inviassero nell'area corpi non armati esperti in
non violenza e mediazione dei conflitti prima che questo scoppiasse, o perché
si organizzasse in tempo una conferenza internazionale che si occupasse
dei problemi di questa area.
· Inoltre da quando recentemente ha deciso di interessarsi del problema,
la Comunità Internazionale e il Gruppo di Contatto da questa organizzato,
hanno portato avanti un comportamento che si può definire a buona
ragione schizofrenico : da una parte un atteggiamento estremamente compiacente
nei riguardi di Milosevic e del suo regime, per non mettere in crisi la
sua leadership considerata insostituibile e salvare gli affari che molti
paesi europei ed anche extra europei avevano cominciato ad intrecciare con
la neo- Jugoslavia ; dall'altra la continua minaccia di bombardamenti o
di interventi militari punitivi per risolvere con la violenza il problema
e ristabilire la pace. Ambedue questi comportamenti sono contraddittori
e controproducenti.
· Finalmente, ma con grosso ritardo, il Gruppo di Contatto ha deciso
di organizzare una Conferenza Internazionale per trovare una soluzione pacifica
a questa crisi che rischia di far esplodere tutto il Sud dei Balcani. In
questa Conferenza è opportuno che gli Stati membri del Gruppo di
Contatto e tutti quelli che partecipano alla Conferenza (ma sarebbe auspicabile
che partecipassero ufficialmente anche le Nazioni Unite che vengono spesso
colpevolmente messe da parte per compiacere la volontà di potenza
degli USA), tengano presente le seguenti importanti urgenze :
1. La legislazione internazionale prevede che i diritti costituzionalmente
riconosciuti vengano ripristinati appena superata la crisi, qualora per
ragioni varie siano stati eliminati. Ci sono numerosissime prove che l'eliminazione
del 1989 dei diritti che riconoscevano al Kossovo uno statuto di componente
federale alla pari (unica differenza 20 invece che 30 rappresentanti nella
Camera dei Popoli) degli altri stati federati (Serbia, Croazia, Slovenia,
Bosnia, Macedonia, Montenegro) è stata fatta con la violenza (carri
armati circondavano il Parlamento del Kossovo ) e la frode (hanno partecipato
al voto persone non autorizzate, ed i voti -in realtà solo una minoranza
ha votato a favore- non sono stati contati nemmeno. La Corte Costituzionale
del Kossovo, per queste ragioni, ha considerato non valido il voto e, per
tutta risposta, la stessa è stata soppressa con tutti gli organi
di autogoverno. Per una soluzione pacifica del conflitto è indispensabile
che tali diritti, revocati anticostituzionalmente, vengano ripristinati
come primo momento in un accordo tra le parti, da raggiungere con una mediazione
internazionale mutualmente accettata.
2. Alla luce di quanto avvenuto finora questa mediazione deve essere reale,
e i mediatori destinati devono partecipare effettivamente a tutti i momenti
della discussione tra le due parti. E' del tutto inaccettabile la pretesa
del governo serbo di portare aventi il dialogo direttamente con la controparte
albanese relegando la presenza dei mediatori internazionali alla soglia
della porta dei colloqui, come è sostanzialmente avvenuto fino a
questo momento.
3. L'autonomia di cui parla il Gruppo di Contatto come soluzione temporanea
al problema del Kossovo, per quanto detto prima, non dovrebbe essere minore
di quella goduta grazie alla Costituzione del 1974 ed inoltre, date le negative
esperienze della convivenza a due, dovrebbe essere almeno per un certo periodo
internazionalmente protetta. Un modello possibile potrebbe essere quello
delle isole Aland nel Mar Baltico che, per accordi internazionali mediati
e protetti dalla allora Lega delle Nazioni, riconosce a queste isole uno
status di neutralità e di smilitarizzazione.
4. Per questo, nel caso di un accordo positivo delle due parti in questa
direzione, la presenza degli osservatori non armati dell'OSCE deve superare
di gran lunga l'entità minima prevista delle 2000 unità e
deve comprendere al suo interno non solo militari disarmati ma anche elementi
della società civile e delle Organizzazioni Non Governative esperti
in protezione dei diritti umani, in mediazione dei conflitti, nelle lotte
non violente e nella risoluzione non violenta delle controversie. Questi
dovrebbero stimolare la rapida formazione di gruppi misti di dialogo per
garantire il mantenimento della pace.
5. Nel caso di non accordo, piuttosto che pensare a bombardamenti aerei
o di missili dalle navi, che rischiano di uccidere non solo i combattenti
armati delle due parti, ma anche la popolazione civile, vittima della guerra,
ed essere perciò controproducenti, si deve pensare a spedire sia
all'interno del Kossovo, sia alla frontiera tra Albania e Kossovo un corpo
di Caschi Blu dell'ONU di adeguata entità (non simbolico) : il primo
per interporsi tra le due parti in conflitto, interrompere i combattimenti
ed aprire spazi per un negoziato ; il secondo per impedire il rifornimento
di armi alla componente armata della resistenza albanese (UCK).
Sulla base della nostra lunga esperienza di lavoro nel Kossovo
· per prevenire l'esplosione del conflitto armato (purtroppo inascoltati)
· per una ricerca della riapertura del dialogo tra le due parti
· per trovare una soluzione non violenta al conflitto in atto
proponiamo al Gruppo di Contatto e a tutti i partecipanti alla Conferenza
di Pace queste indicazioni essenziali.
Bologna, 6 febbraio 1999
CAMPAGNA PER UNA SOLUZIONE NON VIOLENTA IN KOSSOVO
(Campagna Kossovo)
c/o Casa per la Pace, c.a. 8, 74023 Grottaglie (TA), tel/fax 099.5662252
e-mail casapace@netfor.it
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Rugova