Candidato al Nobel per la pace nel 1996, Ibrahim Rugova è il leader
della decennale resistenza non violenta intrapresa dal popolo albanese del
Kossovo in risposta alla continua e grave repressione di cui era fatta oggetto
da parte del Governo serbo, e che è testimoniata dalle numerose denunce
della Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite e da Amnesty International.
Nato il 2.12.1944 da una famiglia di agricoltori moderatamente nazionalista
proveniente dalla regione di Rugova e molto nota, ha il padre e il nonno
uccisi nel '45 dalle brigate della sicurezza jugoslava (OZNA). Compie i
suoi studi a Peja e si laurea in letteratura albanese a Pristina, quindi
lavora come insegnate, come giornalista e come ricercatore nella stessa
Università. Frequenta gli scrittori Rekhep Ismajili, Eqrem Basha,
Sabri Hamiti e Teki Dervishi che viene imprigionato per i suoi scritti contestatari
ed egli stesso viene accusato dal Partito di propaganda nazionalista.
Nel '76-'77 è a Parigi con una borsa di studio, frequenta la Sorbona
e ottiene un dottorato di ricerca con Roland Barthes. Di ritorno a Pristina
approfondisce, sotto l'influenza di Barthes, la relazione potere-sapere
e pubblica "La strategia del senso" (1980) e "Il rifiuto
estetico" (1987) : ritiene la letteratura l'unica forma di resistenza
possibile contro le gravi sanzioni che, dalla morte di Tito, continuano
a colpire gli albanesi del Kossovo. Per i suoi studi e per i precedenti
della sua famiglia guadagna simpatia e fiducia nell'ambiente albanese.
Dopo la morte di Tito, con l'aggravarsi della situazione in Kossovo, decide
di investire in politica le sue capacità intellettuali. Nell'89 dopo
la revoca illegale, unilaterale e violenta dell'autonomia di cui il Kossovo
godeva fin dal '74, Rugova entra a far parte della Lega Democratica del
Kossovo (LDK) fondata nello stesso anno e di cui diventerà presidente.
Dall'89 al '91 guida con il sociologo Anton Cetta i "consigli della
riconciliazione" grazie ai quali centinaia di famiglie albanesi, divise
dalla vendetta del sangue praticata secondo l'arcaico codice consuetudianario,
si riappacificano. Questa azione di riconciliazione nazionale viene interrotta
dal regime di Belgrado che ritiene "adunate sediziose" le riunioni
di famiglie e clan nel corso delle quali avviene la riconciliazione.
Dal '90 Rugova, a seguito delle conseguenze causate dalla revoca dell'autonomia
(proibizione dell'uso della lingua albanese nelle scuole, nei mezzi di comunicazione
e nei tribunali ; licenziamento della polizia locale e degli operai albanesi
impiegati nei servizi pubblici ecc) comincia a strutturare una vera e propria
società parallela con scuole nelle case private, ospedali in luoghi
di fortuna ecc., che si sostiene con le rimesse degli emigranti. Tale resistenza
non violenta di tipo gandhiano viene attuata, secondo l'affermazione dello
stesso Rugova, "per ragioni strategiche e tattiche" e consente
al Kossovo di rimanere fuori dal conflitto armato che insanguina Slovenia,
Croazia e Bosnia.
Nel '92 le elezioni parallele, ma non clandestine in quanto effettuate alla
presenza di centinaia di giornalisti stranieri, designano Rugova come presidente
dell'autoproclamatasi Repubblica del Kossovo. Poiché non gli viene
impedito di recarsi all'estero, dal '93 Rugova visita le principali capitali
europee e viene ricevuto dai vari governi ai quali fa presente la dura repressione
e le continue violazioni dei diritti umani subite dal suo popolo, chiede
un rapido intervento della Comunità Internazionale e propone per
il Kossovo il progetto di un'autonomia sotto protettorato internazionale
e il ritorno degli osservatori OSCE non più accettati dal Governo
di Belgrado dal luglio '93.
Dal '94 Rugova si reca più volte negli USA dove è ricevuto
da Clinton e per due volte, nel '96 e nel '97, viene anche in Italia dove
incontra il Papa e dove è ricevuto anche da esponenti del nostro
governo. Ma in forma ufficiosa perché l'Italia dopo gli accordi di
Dayton del '95 è partner economico privilegiato della Repubblica
Federale Jugoslava (Serbia e Montenegro).
Nel settembre '96 firma con Milosevic l'accordo per le scuole, sottoscritto
grazie alla mediazione della Comunità di S.Egidio, e lo ri-sottoscrive
un anno e mezzo dopo dal momento che non era stato mai applicato. Le elezioni
parallele del 22 marzo '98, svolte alla presenza di numerosi osservatori
internazionali, confermano Ibrahim Rugova presidente della Repubblica. Egli
resta il leader riconosciuto degli albanesi e l'interlocutore principale
della Comunità Internazionale anche dopo la comparsa, nel febbraio
'98, dell'Eercito di liberazione del Kossovo (UCK). E come tale partecipa
a entrambe le sessioni degli incontri di Rambuillet. Dal 23 marzo, data
dell'intervento della NATO, secondo quanto confermano numerose fonti, è
ostaggio di Milosevic nella sua abitazione di Pristina insieme alla sua
famiglia.
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