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Carlo Gubitosa alla partenza per la Cecenia

Lettere di un PeaceLinker dalla Cecenia

di Carlo Gubitosa





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Per saperne di più
•  Storia del viaggio in Cecenia 18/05 - 3/06 2000
•  Reportage fotografico
•  Dossier Cecenia
•  Cronologia dei conflitti in Cecenia
•  Rassegna stampa



Date Tue, 30 May 2000 195641 +0400
Subject PARTENZA DALL'INGUSCEZIA

Carissimi amici,

innanzitutto un grande ringraziamento a tutti per aver seguito con il cuore il mio viaggio in Cecenia. Domani prenderemo un aereo che ci riportera' a Mosca. dove avremo un incontro con l'associazione delle madri dei soldati, e poi sabato mattina un altro aereo ci riportera' in Italia.

Mi spiace di non avere scritto nulla sul mio ingresso a Grozny del 29 maggio, ma sto ancora cercando di riordinare un po' le idee, e non vorrei scrivere cose stupide o banali, per rispetto alle persone che sono ancora li'. Quando saro' in Italia mi riprometto di scrivere qualcosa di piu' organico, basandomi sugli appunti e le riflessioni che annoto ogni sera.

Spero di non aver causato a nessuno troppa ansia o troppe preoccupazioni, e sin d'ora mi rendo disponibile a incontrare al mio rientro in Italia tutti coloro che assieme a me vorranno fare lo sforzo di capire questa guerra assurda.

Un abbraccio e un saluto di Pace

Carlo


Date: 26/05/2000 14:36
News dal Caucaso - 27 maggio

Ciao a tutti.

Ecco alcune notizie relative alle ultime attivita'.

Dopo aver superato gli inevitabili ostacoli burocratici, stiamo iniziando a organizzarci assieme agli operatori umanitari locali per accompagnarli nei loro viaggi in Cecenia. Non viaggiamo mai da soli per vari motivi: qui siamo dei perfetti sconosciuti, non disponiamo di mezzi di trasporto nostri, e l'esperienza degli operatori che gia' da mesi fanno avanti e indietro dall'Inguscezia alla Cecenia e' molto utile, sia per la nostra sicurezza, sia per comprendere meglio la situazione attorno a noi grazie ai loro consigli. Per maggiori dettagli relativi ai nostri spostamenti dovrete purtroppo attendere il nostro ritorno.

Oggi abbiamo visitato alcuni campi profughi. Il primo campo in cui ci siamo recati e' un insediamento spontaneo di persone che hanno occupato un terreno agricolo e le due strutture che sorgono sul terreno, una stalla e un capannone. Nella stalla sono state costruite delle baracche fatte di pezzi di legno, compensato e alcuni mattoni tenuti insieme alla bell'e meglio con un po' di cemento. Adulti e anziani insistono perche' entriamo nelle baracche per osservarle dall'interno. Ovviamente il pavimento e' rimasto quello della stalla, un impasto nero di terra, fango e sporcizia. In questa fangopoli senz'acqua e senza luce i bambini giocano assieme alle mucche e ai vitelli che i profughi hanno portato con se' durante la loro fuga. Gli operatori umanitari fanno quello che possono, ma purtroppo il loro lavoro e' reso davvero difficile dal grande numero dei profughi. Secondo una stima del ministero per le situazioni di emergenza, il numero dei profughi ufficialmente registrati si aggira intorno alle 179 mila unita'.

Accanto alla stalla trasformata in baraccopoli sorge un capannone molto piu' grande. L'impressione all'ingresso e' quella di trovarsi in un girone infernale; due lunghe file di colonne altissime reggono il soffitto che si trova a parecchi metri dal suolo, e su questo corridoio di colonne si affacciano le costruzioni fatiscenti improvvisate dai profughi con il materiale a loro disposizione. Nonostante sia pieno giorno, l'interno della struttura e' completamente buio, e le uniche fonti di luce sono i fuochi accesi sotto le pentole per scaldare acqua e cibo. Questi fornelli sono ricavati con dei semplici tubi di ferro attaccati ai tubi piu' grandi delle condutture del gas che passano attraverso il capannone.

Per oggi, purtroppo e' tutto. Oltre a raccontare come stanno i profughi, vorrei raccontarvi anche il perche' di questa situazione, anzi i molti perche' che si intrecciano sullo sfondo della sofferenza di questa gente, ma come ho gia' detto e' meglio rimandare le discussioni piu' approfondite a quando saremo rientrati in Italia.

Per finire, una richiesta: il 29 maggio Prodi sara' a Mosca per incontrare Putin, mi sembra, e una delegazione delle organizzazioni umanitarie. Per favore prendete nota di tutte le dichiarazioni che verranno fatte in questa occasione, e di tutti gli impegni che verranno presi. Qui purtroppo i giornali italiani non arrivano. Teneteci da parte i ritagli.

Vi ricordo che per il momento i nostri cellulari sono fuori uso, e che riprenderanno a funzionare quando rientreremo a Mosca. Quindi non tempestateci di SMS perche' altrimenti le nostre carte SIM si riempiono e i messaggi in eccedenza vengono cancellati. La buona notizia e' che negli ultimi giorni le connessioni internet stanno funzionando leggermente meglio, e siamo quindi in grado di leggere la nostra posta elettronica. Adesso non ricordo a memoria gli indirizzi degli altri ... quello di Andrea Pagliarani dovrebbe essere paglia@eudoramail.com il mio e' il solito c.gubitosa@peacelink.it


Date: 26/05/2000 21:14
News dal caucaso

Carissimi amici,

vi scrivo un'altra email per aggiornarvi sulla nostra situazione, approfittando del funzionamento delle connessioni internet. Purtroppo le telefonate internazionali non si possono ancora fare, ma solo ricevere. A proposito. Mi chiedo il perche' di questa stranezza tecnologica. Le linee sono fatiscenti oppure si permette alle informazioni di entrare nel Caucaso ma non di uscirne ? Comunque queste sono solo mie considerazioni di fantapolitica che vanno prese con beneficio di inventario.

Nei giorni scorsi abbiamo visitato parecchi campi profughi, e abbiamo partecipato ad alcune delle riunioni a cui si danno appuntamento tutti gli operatori delle organizzazioni umanitarie per coordinare i loro sforzi. La macchina degli aiuti umanitari si e' ormai messa in moto, ma purtroppo a causa delle scarse condizioni di sicurezza in Cecenia (Non credete a chi vi dice che la guerra e' finita) le ONG e le organizzazioni internazionali tipo ACNUR e Unicef per il momento non possono ancora operare direttamente in Cecenia, ma fanno i pendolari andando avanti e indietro dall'inguscezia per consegnare gli aiuti ad operatori locali.

Una presenza fissa, stabile e continuativa delle organizzazioni umanitarie, e' attualmente impossibile.

Attualmente siamo gli unici italiani presenti in Caucaso, almeno per quanto riguarda gli operatori umanitari. Magari c'e' qualche giornalista ma qui non abbiamo visto nessuno, e ci arrangiamo con le tre parole di russo che abbiamo imparato per sopravvivere e l'aiuto di un ragazzo dell'organizzazione Memorial che ci fa da autista/interprete/accompagnatore.

Nei prossimi giorni avremo altri incontri con le organizzazioni internazionali che sono presenti qui a Nazran e cercheremo di capire sempre di piu' i problemi e le contraddizioni di questa terra che con le sue campagne ricorda molto la svizzera, fino a quando qualche posto di blocco non ci richiama alla dura realta'. Oggi ad esempio, il nostro autista e' stato fermato dalla polizia locale, e abbiamo dovuto scegliere tra il pagamento di 1000 rubli e un controllo del tasso alcolico in ospedale. Il bello e' che anche se fossimo andati in ospedale i risultati del test non sarebbero stati comunicati a noi, ma direttamente ai poliziotti, che avrebbero potuto dirci qualsiasi cosa avessero voluto. Meno male che ci hanno fatto lo sconto e abbiamo pagato solo 800 rubli.

Termino questo messaggio con un saluto a tutte le persone che stanno seguendo dall'italia le mie peripezie e quelle degli altri bravissimi volontari dell'operazione colomba. In questi giorni sto imparando tante cose anche da loro.

Dasvidanya !

Carlo


Date Tue, 23 May 2000 222734 +0400
Subject CARLO DA NAZRAN

Carissimi,

Ancora una volta provo a scrivervi dal cuore del caucaso. Come sempre si tratta di un messaggio in bottiglia che non so se arrivera' a destinazione.

Attualmente la situazione e' questa

- Ci troviamo a NAZRAN, capitale dell'Inguscezia. Le condizioni di sicurezza sono ottime, siamo sempre accompagnati da persone del posto che ci fanno anche da interpreti e da autisti. La situazione qui e' tranquilla, e l'unica fonte di ansia sono i grossi problemi con le linee telefoniche' che ci rendono ansiosi pensando alle preoccupazioni inutili che abbiamo involontariamente causato a chi e' rimasto in Italia.

- Lunedi' siamo arrivati, e abbiamo scoperto che da qui non e' possibile effettuare telefonate internazionali. Ho mandato un primo messaggio email.

- Martedi' si e' bloccata anche la posta elettronica' e siamo rimasti completamente privi di mezzi per comunicare all'esterno.

- Solo stasera (mercoledi') sono riuscito a scrivere di nuovo un'email, per darvi alcune informazioni importanti.

PRIMA INFORMAZIONE stiamo tutti benissimo e stiamo facendo incontri nuovi ogni giorno. La situazione dei profughi e' al di la' di ogni immaginazione, ma per fare un resoconto piu' dettagliato la posta elettronica non ci sembra ancora il mezzo piu' conveniente, soprattutto trattandosi del computer dell'albergo dove rimane traccia di tutto.

SECONDA INFORMAZIONE siamo raggiungibili per telefono !!! Non possiamo EFFETTUARE chiamate internazionali, ma possiamo riceverne.

Adesso arriva il bello per parlare con noi bisogna dire alla signorina del centralino con chi si vuole parlare. E' possibile trovarci nelle nostre stanze a partire dalle 1000 ora locale (800) ora italiana. Per parlare con noi bisogna dire alla signorina "CAMERA 506" in RUSSO !!!

Vi do' un piccolo aiutino

CAMERA = KOMNATA (Leggere come e' scritto - accento sulla o)
CINQUE = PIAT
ZERO = NUL
SEI = SCEST

Dicendo queste quattro parole magiche dovreste essere in grado di parlare con noi

. Appena potremo fornire informazioni piu' dettagliate vi faremo sapere.

Un grande abbraccio

Carlo


Date Wed, 22 May 1996 150935 +0400
Subject CARLO DA NAZRAN

Carissimi Enrico, Rocco, Sandro e ragazzi dell'"Operazione Colomba",

sto scrivendo da Nazran, una citta' dell'Inguscezia dove trascorreremo i prossimi giorni. Abbiamo appena visitato un "campo profughi" che e' solamente un treno di parecchi vagoni pieno zeppo di persone scappate dalla Cecenia.

Nei giorni scorsi siamo stati a Mosca, dove abbiamo incontrato parecchie persone che ci hanno fatto capire meglio la situazione attuale della Cecenia e della Russia in generale. Abbiamo incontrato un giornalista portoghese, un dirigente di Medecins Sans Frontieres, e in questi incontri siamo stati accompagnati da Antonio, un ex prete-operaio di Milano che lavora qui ormai da molti anni. La prima cosa che ci ha detto e' che tutte le informazioni che ci arrivano in Italia a proposito della Russia e della Cecenia non sono molto attendibili, in quanto falsate da grandi interessi.

Sul mio taccuino sto registrando tutto quello che vedo e che ascolto, e al mio rientro conto di fare un resoconto molto piu' dettagliato, mentre questo messaggio ha il semplice scopo di farvi sapere che finora va tutto bene.

Tre "comunicazioni di servizio"

1 - NON RISPONDETEMI A QUESTO INDIRIZZO. L'indirizzo a cui mandarmi posta elettronica e' sempre il solito c.gubitosa@peacelink.it

2 - NON POSSO LEGGERE LA POSTA ELETTRONICA, MA SOLO SCRIVERE. Per contattarmi potete mandare degli SMS su questo numero di Cellulare

3 - Potete inoltrare e diffondere questo messaggio a chi riterrete piu' opportuno.

Nei prossimi giorni cercheremo di girare in Inguscezia accompagnati da un ragazzo dell'Associazione Memorial, e se possibile cercheremo di vedere anche quello che succede in cecenia.

Un grande abbraccio a tutti.

Carlo