I guai che combinano stampa e televisione occidentali quando parlano dell'Africa è l'argomento dell'articolo che apre il nono numero di Africanews in lingua italiana. L'autore, il teologo Laurenti Magesa, rimprovera ai media l'abitudine di usare luoghi comuni e stereotipi per descrivere situazioni e realtà africane; il risultato è che nell'opinione pubblica si forma una falsa immagine del continente e dei suoi abitanti. Magesa cita il caso del conflitto in Rwanda, conflitto presentato solo come problema etnico fra Hutu e Tutsi escludendo i fattori economici, coloniali e politici che hanno invece avuto un peso nell'esplosione della crisi.
Si può obiettare che i "crimini" della stampa e della TV non sono una calamità riservata alla sola Africa, ma in questo caso la posta in palio è molto alta. Se l'immagine di un'Africa barbara, arretrata e sanguinaria persiste nella mente degli occidentali sarà infatti molto difficile che il razzismo venga sconfitto o almeno smantellato.
Un problema ecologico che perseguitò anni fa la Riviera romagnola, quello delle alghe che invasero le rive del Mare Adriatico, è approdato anche nel cuore dell'Africa. Il lago Vittoria, il secondo al mondo per vastità, non è più navigabile per lunghi periodi dell'anno a causa delle alghe che appartengono alla famiglia delle ninfacee. Il guaio è che sul lago Vittoria si affacciano tre nazioni come Uganda, Kenya e Tanzania e il commercio è molto sviluppato. Per il momento i tre governi sembrano impotenti contro questo inquinamento dal quale le coste si salvano solo quando la natura, o meglio le condizioni meteorologiche, spingono le alghe fuori dai porti.
Come si può osservare dai nostri numeri precedenti, gli argomenti riguardanti la figura della donna vengono ampiamente dibattuti. È opinione comune che le donne africane siano la spina dorsale del continente ma che, malgrado questo ruolo, il loro peso politico e sociale sia ancora molto basso. Il servizio che ci arriva dal Ghana dimostra come le donne stiano prendendo coscienza di questa situazione e si organizzino per cambiarla. Sulla stampa mondiale è apparsa la foto della donna Masai che ha ottenuto da un tribunale del Kenya la condanna del marito violento: un episodio che soltanto qualche anno fa sarebbe stato inimmaginabile.
Si sta voltando pagina e le donne del Ghana ci provano affrontando il gravissimo problema della prostituzione minorile. Un compito tremendo specie davanti alle dichiarazioni di dodicenni che dichiarano: "Prostituirsi è l'unico mezzo per sopravvivere nella dura realtà urbana". Di fronte a queste agghiaccianti dichiarazioni la responsabile del comitato per risolvere le questioni femminili, ha detto: "Si comincia a crescere quando si comincia a riconoscere le proprie debolezze".
La recensione del libro che traccia la tragica storia del Sudan, dall'indipendenza ai giorni nostri, chiude il numero di Africanews. Dall'analisi dei vari regimi che si sono succeduti a Khartoum dal 1956 a oggi prende forma il disegno di modellare l'unità nazionale basandosi esclusivamente sull'Islam e sulla cultura araba a dispetto delle tradizioni cristiane e animiste di vasta parte della popolazione. Il libro poggia su un solido lavoro di ricerca e cita fonti attendibili; i due autori d'altro canto hanno trascorso lunghi periodi nel più vasto stato africano che forse è anche il più tormentato.
Africanews staff