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Versione italiana

N.12 - Febbraio 1998


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SOMMARIO









Editoriale

Questo numero di febbraio è il dodicesimo da quando Africanews è uscita, in versione Italiana, nel marzo dell'anno scorso. La nostra pubblicazione quindi compie un anno di vita. I circa ottanta articoli pubblicati sinora hanno toccato i più disparati argomenti relativi a paesi anglofoni e francofoni. Questa divisione, in base alla lingua delle due più estese influenze coloniali, segna un confine che spesso divide gli africani e li rende come insensibili ai problemi degli altri. Un kenyota o un tanzaniano ben difficilmente conoscono le situazioni socio-politiche di un camerunense o di un angolano. Qualcosa sta cambiando ma purtroppo ciò è dovuto al fatto che il conflitto dei Grandi Laghi, iniziato con la caduta di Mobutu, sta trascinando nei suoi gorghi più di dieci stati anglofoni o francofoni che siano.

Il 1999 è cominciato davvero male per il Grande Continente: basta ricordare la recrudescenza di conflitti in Sierra Leone, in Angola, nella Guinea Bissau e in Congo Brazzaville, limitandoci ai più eclatanti. Gli esperti ritengono che forse stiamo assistendo a un assestamento di un vasto territorio che equivale al 40 per cento di tutta l'Africa. Un assestamento che è sfuggito di mano anche alla potente America che credeva, con il viaggio di Clinton nella primavera scorsa, di aver "aggiustato" molti equilibri, a scapito della Francia naturalmente.

Nell'Africa dei Grandi Laghi il fallimento non è stato solo quello statunitense ma pure quello francese e quello sudafricano nonostante la proposta di Nelson Mandela fosse, come al solito, di buon senso. Mandela aveva proposto una riconciliazione nazionale nel tormentato ex-Zaire e ciò avrebbe permesso probabilmente a Kabila di uscire dalla crisi, ma questo personaggio che aveva suscitato tante speranze dopo la sua vittoria su Mobutu, ha preferito affidarsi alle armi e nemmeno alle sue ma agli eserciti stranieri dell'Angola e dello Zimbabwe e forse a legioni islamiche sudanesi, libiche e del Ciad. L'Africa di fine millennio riuscirà a realizzare quella rinascita che tutti auspicano oppure assisteremo a una nuova mistificazione, come avvenne quarant'anni fa con la fine del colonialismo?

Il numero di febbraio si apre con un articolo dalla Tanzania dove dovrebbero avvenire cambiamenti costituzionali. Il corrispondente stigmatizza il fatto che, come al solito, la gente non interviene attivamente nel dibattito politico e che il governo impone all'opinione pubblica le sue scelte. Non è una situazione inedita nemmeno per l'Europa che provoca però delusione e amarezza. Molto più sensibile appare la gente sul punto riguardante la questione dell'unione fra la Tanzania e l'isola di Zanzibar. Non viene digerito molto bene dai 33 milioni di tanzaniani il fatto che il mezzo milione di cittadini di Zanzibar abbiano gli stessi rappresentanti in Parlamento e quindi i fermenti nazionalistici esplodono un po' ovunque.

In Malawi si sente puzza di bruciato ovvero di razzismo. A farne le spese sono gli asiatici che, come in molte altre nazioni dell'Africa orientale, detengono il monopolio del commercio. Sembra che uno di loro abbia incautamente affermato: "Il paese è vostro, ma i soldi sono in mano nostra" e questa pur evidente realtà abbia offeso profondamente l'orgoglio dei tanzaniani. E quando tira quest'aria è molto facile che la vicenda degeneri in violenza con negozi bruciati e saccheggi, provocando vittime innocenti e una nuova caduta dell'immagine dell'Africa.

Africanews staff


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