UNA "PACE" DESOLATA

I diritti umani sui Monti Nuba - Sudan 1997

African Rights - agosto 1997

Tradotto in italiano a cura della Campagna italiana per la pace in Sudan



Indice

Negli ultimi sette anni la nostra lunga marcia per la pace è stata ricca e attiva. La nostra lotta per la pace, nel passato e nel futuro, non è più una lotta di fronte alla guerra, ma piuttosto la reale attuazione dei valori di giustizia ed equità fra i cittadini e le regioni di questo paese.

Presidente Omar el Beshir, discorso in occasione della firma del trattato di pace, 21 aprile 1997

Al furto, alla strage e alla violenza sessuale essi danno il nome di "governo" - creano una desolazione e poi la chiamano pace.

Tacito: Agricola

Sono passati due anni da che l'opposizione sudanese ha adottato la Dichiarazione di Asmara, promettendo uno sforzo unitario per rimuovere il governo del Fronte Islamico Nazionale di Khartoum. Nel frattempo hanno portato la guerra civile nelle regioni orientali del Sudan, e le potenze dell'area - in particolare Eritrea, Etiopia e Uganda - si sono coinvolte in maniera più attiva nelle vicende sudanesi. Sono passati due anni anche da quando African Rights, dopo le investigazioni iniziali relative agli abusi dei diritti umani nei Monti Nuba ha pubblicato "Di fronte al genocidio: i Nuba del Sudan", che documentava in dettaglio le vicende della guerra e gli abusi dei diritti umani nel Kordofan del Sud. Tre mesi sono passati dal pronunciamento orgoglioso da parte del governo sudanese degli "accordi di pace" che riguardano il Sud del paese e i Monti Nuba.

I Nuba sono ancora di fronte al genocidio. La minaccia del massacro forse si è ridotta; la resistenza dei Nuba si è mostrata dura ed elastica, nel continuare a lottare praticamente senza aiuti esterni in una condizione di totale disparità di forze. Ma il futuro della gente dei Nuba è ancora in bilico. Questo rapporto documenta la guerra che il governo del Sudan sta ancora conducendo, nei confronti delle popolazioni civili.

I Nuba stanno affrontando la loro lotta da prevalentemente da soli. Nonostante il sostanziale aiuto, politico e militare, che l'opposizione sudanese sta ora ottenendo da amici stranieri, la resistenza sui Nuba rimane cronicamente sotto-alimentata. Le reclute dell'SPLA nei Nuba si allenano con pezzi di legno al posto delle pistole, e i soldati delle prime linee raramente hanno attrezzature militari complete. Altro elemento da tenere in seria considerazione, i Nuba rimangono in una posizione bassa nell'agenda dell'opposizione. L'SPLA ha firmato una serie di accordi che contengono misure per il Sud del paese che non vengono estese automaticamente ai Monti Nuba, mentre i membri importanti nell'Alleanza Democratica Nazionale (NDA) non sembra vogliano cedere completa rappresentanza politica alla resistenza dei Nuba. Gli amici stranieri dell'NDA esprimono preoccupazione per i Nuba, ma l'imperativo di preservare l'unità dell'Alleanza rimane più importante che dare sostegno alla causa dei Nuba.

Questi, peraltro, non sono una priorità nemmeno sull'agenda umanitaria. I Monti Nuba sono lontani da ogni confine internazionale: quindi la concentrazione di sfollati in questa regione non crea nessuna crisi internazionali per i rifugiati. Le Nazioni Unite non hanno ancora ottenuto l'accesso umanitario alle zone de Nuba controllate dall'SPLA. Nonostante le molte richieste e la forte raccomandazione dell'OLS Review, il blocco da parte del Governo sudanese degli aiuti ufficiali continua, e questo porta gli osservatori a chiedersi quanto sia serio l'impegno delle nazioni Unite nella vicenda. Oggi solo il Nuba Relief, Rehabilitation and Development Society (NRRDS) conduce un programma umanitario nella zona.

Il governo contina a parlare di pace: egli gestisce "campi di pace" e "villaggi di pace" ela "Amministrazione di pace". Nel 1996 ha firmata una "Carta della Pace" con alcune fazioni fuoriuscite dell'SPLA, seguita da un "accordo di pace comprensivo". Questo accordo afferma che si ha un prevalere di situazioni pacifiche nei Nuba.

Questo è uno stravolgimento totale della verità. La guerra continua. Le gravi violazioni dei diritti umani rimangono un elemento abitudinario: non sono un effetto collaterale della guerra, bensì sono intrinseche ad essa. La guerra del governo è condotta essenzialmente contro la popolazione civile e mira a soggiogare il popolo dei Nuba distruggendo i loro villaggi e producendo devastazione.

African Rights ha un programma di monitoraggio dei diritti umani sui Monti Nuba. Undici volontari che svolgono le attività di monitoraggio sono responsabili per ricevere, controllare e trasmettere le informazioni sulle violazioni dei diritti umani, con la supervisione, talvolta in loco, da parte della sede di Londra. Questo rapporto è il risultato del lavoro di monitoraggio svolto tra il 1996 e il 1997.

Il materiale raccolto dagli informatori, e le informazioni raccolte attraverso interviste, sarebbero sufficienti per scrivere un lungo libro, del tipo della pubblicazione del 1995 "Di fronte al genocidio: i Nuba del Sudan". Quello che viene presentato qui è una edizione sintetica, in cui vengono usati materiali che sono rappresentativi della situazione d'insieme. Molti tipi di abuso, in prevalenza il lavoro forzato nelle guarnigioni e nei campi di pace, sotto gli auspici del programma governativo chiamato "Comprehensive Call", sono stati omessi.Alcuni materiali sono stati presentati nel libro "Cibo e Potere in Sudan" (1997); altri materiali verranno presentati in dettaglio in future pubblicazioni.

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Pubblicato da African Rights nell'agosto del 1997 stampato in Gran Bretagna

African Rights
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Tradotto in italiano a cura della Campagna italiana per la pace in Sudan

Segreteria della Campagna - c\o ACLI - via Sant'Antonio del Fuoco,8a - 26100 Cremona
tel: 0372 26663 - fax: 0372 28836





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